1976-1979


RICONOSCIMENTI E NUOVE TECNICHE COSTRUTTIVE   

                                                             
Inizia un lungo, appassionato e fruttuoso periodo di studio e sperimentazione, che va dall’utilizzo del Kevlar nella costruzione degli scafi, all’allestimento contemporaneo di alcuni monocarena che, anche se concepiti per il turismo, vengono iscritti alle competizioni offshore e ne vincono diverse. Questa ricerca completa così il già ricco bagaglio di esperienza nelle classiche carene a “V” profonda, con la progettazione e la costruzione di imbarcazioni veloci dai 6 ai 13 metri di lunghezza. Nascono l’UFO 31’ GT “No Problems” (2° nel campionato europeo e campione di Spagna dopo la vittoria nel G.P. di San Feliu de Guixols, pilota Tommaso De Simone), l’UFO 33’ GT “Feelings” che conquista il Trofeo G.P. Napoli Offshore con Clelia De Simone, primo pilota donna in Italia e l’UFO 43’ commissionato da Brando e Folco Quilici.
Anche numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali gratificano l’ERIA Marine e Riccardo Mambretti premiandone l’attività e la serietà professionale: Nastro d’oro Eleganza Mare, Gold Mercury International  Award, Apollo d’Oro, Medaglia d’Oro al Salone delle Invenzioni di Ginevra per uno strumento chiamato  Navigatore e antesignano degli attuali GPS, Nastro Eleganza Mare e, non ultima, la Laurea Honoris Causa a Mambretti per la sua attività svolta nel settore della nautica. Ricordiamo per inciso che il nome del suo laboratorio E.RI.A. MARINE significa “Esperimenti Ricerche Applicazioni Marine”. Viene anche progettata e realizzata una carena innovativa per idroscivolanti che permette di muoversi agevolmente e in tutta sicurezza sia in acqua che su neve e ghiaccio.
Con il carissimo seppur giovane amico di vecchia data, Massimo Musìo Sale (oggi stimato progettista e Prof. Ord. nei Politecnici di Milano e di Genova), condivide gran parte delle sue idee e inizia una proficua collaborazione sportiva, stilistica e scientifica, collaborazione che continua tutt’oggi.
I numerosi risultati sportivi, i primati europei, i record del mondo conquistati dalle sue imbarcazioni hanno convinto Riccardo Mambretti che, con l’attuale stato della tecnologia, i monocarena sono arrivati praticamente al loro limite e che i pluriscafi, nella fattispecie i catamarani contro i quali si continua invano a combattere sono, in acque calme, molto più veloci dei migliori monocarena.
Bisogna fare qualcosa di decisivo: è necessaria una rivoluzione tecnica.